Civitella del Tronto
Sito Istituzionale

Civitella del Tronto è città in magnifica posizione, sia panoramica che strategica (per quel che ciò valeva nei tempi più antichi) estesa in lunghezza sul pendio del colle dominato dalla Fortezza, ed è interessante non solo per la sua storica rocca ma anche per la singolare impronta tardo-rinascimentale conferitale dai numerosi edifici civili, spesso impreziositi da elementi architettonici (portali, finestre, balconcini) successivi.
Le origini di Civitella del Tronto sono imprecisate, anche se in località Ripe di Civitella, nelle grotte Sant'Angelo e Salomone, sono stati rinvenuti reperti del Neolitico e del Paleolitico inferiore.
Ormai da scartare l'ipotesi di alcuni storici che la identificherebbero con l'antichissima Beregra di cui fanno menzione i geografi d'età classica.
Certamente era già esistente nei secoli X - XI (l'origine dell'abitato attuale è altomedioevale) come città incasellata facente parte del sistema difensivo lungo il confine dei fiumi Castellano e Tronto. Già nel secolo XIII il paese era cinto da mura angioine e, per la sua particolare posizione geografica di confine con lo Stato della Chiesa, ebbe sempre una grande rilevanza strategica.
Le vicende storiche di Civitella sono per lo più legate a quello del suo castello, poi trasformato in fortezza, baluardo estremo e pressoché inespugnabile fino al periodo dell'Unità d'Italia.
Il paese, nel 1557, fu invano assediato da Francesco di Lorena, Duca di Guisa, generale di Enrico II di Francia, cui si erano unite le truppe di Papa Paolo IV, essendo difeso dal comandante di parte spagnola Carlo Loffredo e dal Conte di Santa Fiora.
Per questo episodio, memorabile esempio di fedeltà e di eroismo, nel quale le donne gareggiarono in coraggio con gli uomini, Civitella ebbe dall'imperatore Filippo di Spagna l'ambito grado di Città e il titolo di Fidelissima.
Nel 1806, invece, il forte, difeso dal maggiore irlandese Matteo Wade (cui fu poi eretto un monumento) sostenne un assedio di quattro mesi contro preponderanti truppe francesi, capitolando onorevolmente.

Ultimissimo baluardo della dominazione borbonica in Italia e centro del brigantaggio legittimista e antiunitario, nel 1861 ancora vi resistevano pochi, irriducibili soldati dell'esercito napoletano, nonostante già dal 23 settembre 1860 la città avesse deliberato l'annessione al Regno d'Italia.
Solo il 20 marzo la coraggiosa guarnigione abbandonò la Fortessa, dopo otto lunghi e durissimi mesi di assedio da parte dell'esercito savoiardo.

Se la storia di Civitella è quasi esclusivamente contrappuntata da episodi guerreschi, inevitabilmente legati alla presenza della Fortezza, la cittadina, nel suo assieme quasi perfettamente conservatasi, è un piccolo gioiello architettonico e paesaggistico, come pochi altri nella regione abruzzese.
Vi si accede attraverso il poderoso arcone a tutto sesto di una Porta duecentesca (Porta Napoli), sormontata dallo stemma urbico e addossata a pochi resti di mura e alla composita e movimentata abside della Parrocchiale di San Lorenzo, del secolo XVI, ma di fondazione sicuramente più antica.
Nell'edificio sono notevoli il semplice ma elegante portale tardorinascimentale e l'interno barocco a croce latina, con cupola che sormonta l'incrocio dei tra bracci terminanti in absidi, ornati da stucchi del 1790.
Interessante è la cripta della Beata Angelina di Corbara.
Nella Sacrestia è stato recentemente sistemato il Museo parrocchiale d'Arte Sacra, ove è da segnalare la croce in argento e rame del Protettore Sant'Ubaldo.
Dalla Piazza del Belvedere si sale alla Fortezza: dai vari punti di questa, che si estende per una lunghezza di circa mezzo chilometro, si gode un panorama stupendo, che va dai Monti Gemelli (la Montagna di Campli e quella dei Fiori), all'ascolano Monte dell'Ascensione, dal mare Adriatico a tutta la catena del Gran Sasso d'Italia fino alla Maiella.
Le prime notizie certe della fortificazione si hanno nel 1255, quando gli Ascolani espugnarono il castello, facente parte sicuramente dei sistemi difensivi del confine appenninico della Val Vibrata.

Tuttavia, se si pone attenzione alla Leggenda di San Berardo, il Vescovo e Protettore di Teramo morto nel 1122, a Civitella esisteva già una fortificazione a metà del sec. XII, quando vi si asserragliò Roberto di Loretello, feroce Conte normanno, prima di assalire e radere al suolo Teramo.

Quel che è certo è che l'attuale struttura del Forte fu progettata e realizzata in periodo spagnolo, con inizio nel 1559 sotto l'imperatore Filippo II di Spagna; in quell'epoca furono costruite le monumentali mura di cinta, il Palazzo del Governatore, la Chiesa di San Giacomo e le cisterne per la raccolta e la potabilizzazione dell'acqua piovana.
Gli assedi del 1798 e 1806 guastarono non poco le strutture, al punto che nel 1820 la Fortezza fu completamente restaurata sotto la direzione dell'architetto Stefano Ottavini del Genio Borbonico, che seppe però rispettare e mantenere il carattere rinascimentale della fabbriche.
Gli assedi del 1798 e 1806 guastarono non poco le strutture, al punto che nel 1820 la Fortezza fu completamente restaurata sotto la direzione dell'architetto Stefano Ottavini del Genio Borbonico, che seppe però rispettare e mantenere il carattere rinascimentale della fabbriche.

L'assedio del 1860/61 inflisse alla Fortezza un colpo mortale, giacché, dopo la fine degli eventi bellici si perpetrarono guasti e furti di materiali da costruzione che completarono la scellerata opera di demolizione iniziata dalle truppe piemontesi.

La massiccia opera di restauro, iniziata nel 1973 e completata nel 1985, oltre che restituire per gran parte l'uso del Forte e dei suoi ambienti (per 25.000 mq. Di superficie, dove sono stati sistemati il Museo storico e altri servizi a carattere turistico e culturale) ha fatto sì che sì che si conservasse il suo carattere di cittadella fortificata del primo Rinascimento, particolarmente rilevante per l'importanza storico-militare della Fortezza, rappresentante un caso unico non solo in Abruzzo, ma in tutta Italia.
Incorniciata da case di semplici ma dalle graziose forme rinascimentali (famoso il Palazzetto seicentesco, con un interessante, piccolo cortile attorno al quale gira una scale su tre piani, che sbocca sulla via sovrastante) è la Chiesa di San Francesco, il cui restauro è in via di ultimazione, dalla facciata ancora romanica, con un bellissimo rosone intagliato, che la tradizione dice trafugato in una chiesa di Campli.
Nell'interno, a navata unica, si conserva un bellissimo coro in noce, con colonnine tortili, del '400, e - al di là del presbiterio - si trova l'originaria abside a pianta quadrata, aperta da una volta a crociera con costoloni gotici, assimilabile a quella di San Francesco in Campli.
In Largo Pietro Rosati (la zona è costellata di pittoresche viuzze, fiancheggiate da case del Rinascimento) è posto il bellissimo Monumento marmoreo a Matteo Wade, voluto nel 1829 dal Re Francesco I di Borbone per onorare la memoria dell'intrepido difensore della Fortezza: è opera degli scultori Bernardo Tacca e Tito Angelici ed è composto da un grande sarcofago con le figure in rilievo, di gusto canoviano, della Fedeltà e del Dolore ai lati del ritratto del Wade entro un medaglione; due sfingi e lo stemma borbonico completano la composizione.
Proseguendo si arriva alla graziosa Chiesetta di Santa Maria del Angeli detta della Scopa, di origine trecentesca, antica sede della omonima confraternita.

Sulla strada di accesso a Civitella, a circa un chilometro, si trovano il Convento e il Santuario di Santa Maria dei Lumi, complesso di grande interesse anche se parzialmente menomato dai restauri del 1960.
Notevole il portico esterno e il chiostro, di tarde forme romaniche.

L'interno, ridecorato modernamente, conserva la stupenda Madonna lignea policroma attribuita a Giovanni di Biasuccio (secolo XV).
Nei dintorni di Civitella il grandioso complesso di Santa Maria di Montesanto, con chiesa e convento di antichissime origini benedettine (fu fondato nel 542) trasformato poi in forme romaniche: dopo i recentissimi restauri, se ne attende una pertinente destinazione d'uso.
A Ripe di Civitella, sui fianchi della Montagna dei Fiori, si aprono oltre trenta grotte, alcune delle quali - specialmente la Grotta di Sant'Angelo e la Grotta di Salomone - hanno restituito materiali del Paleolitico superiore, del Neolitico più antico, fino all'età del bronzo. Tali grotte furono la sede e il rifugio, nel primo Medioevo, di vari eremiti.

Dopo la grotta di Sant'Angelo, ci sono altri due luoghi unici da non perdere: le cascate Kakma (così denominate con un'espressione dialettale) e la Gola del fiume Salinello, percorrendo la quale ci si trova di fronte a un indescrivibile spettacolo della natura.

E' una sorta di ferita, lunga circa un chilometro e larga mediamente tre metri, che nel tempo il fiume ha scavato quasi a dividere la Montagna dei Fiori e quella di Campli e che, con pareti a strapiombo alte oltre sessanta metri, offre una visione della natura quanto mai suggestiva e quasi metafisica.
Personaggi
Civitella ha dato i natali a tanti personaggi illustri destinati ad essere protagonisti della storia locale e italiana. Fra gli altri si ricordano Francesco Filippi Pepe (1737-1812), poeta sublime; Antonio Gasbarrini definito il medico dei due Papi, con riferimento ai Pontefici Pio XII e Giovanni XXIII e l'umanista Pietro Rosati (1834-1915), appartenente all'Ordine dei Barnabiti.
Artigianato Artistico
Il rame, il ferro battuto e le maioliche un tempo lavorati da abili artigiani locali, oggi sono prevalentemente di produzione artigianale d'importazione dagli altri centri abruzzesi, e servono come souvenir per i numerosi turisti attratti soprattutto dalla splendida fortezza.
Manifestazioni e Folklore
Il 16 maggio si festeggia il Protettore Sant'Ubaldo, sulla cui figura storica e religiosa si registra un recente rifiorire di studi, attraverso pubblicazioni e convegni.
Dal 13 al 16 agosto si tiene all'interno della fortezza il banchetto in costuma d'epoca denominato A la Corte de lo Governatore. All'interno della fortezza si svolgono, peraltro anche manifestazioni più occasionali che costellano soprattutto le serate estive, mentre un appuntamento ormai fisso che, per così dire, chiude le manifestazioni estive è quello dell'11 novembre con i festeggiamenti per San Martino: raccolti intorno a un grosso falò accesso nella fortezza, si gustano caldarroste e vino locale, cantando e danzando funo all'alba.
Mercato: il lunedì.
Economia
Discretamente sviluppata è l'attività alberghiere, legata all'afflusso turistico connesso con la Fortezza. Diverse sono, poi, le piccole aziende di confezioni tessili.
Sono da segnalare, infine,m un'azienda a livello europeo per la lavorazione del salmone affumicato e quella per l'imbottigliamento dell'acqua minerale Santa Reparata, proveniente dalla omonima sorgente che si trova nel territorio di Civitella del Tronto.
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